Molti quotidiani, rotocalchi e famosi talk show ultimamente si impegnano molto nel cercare di analizzare il vivere quotidiano spesso azzardando teorie e soluzioni da consigliare a tutti, come se ci fosse una ricetta assoluta per interpretare e svolgere questa vita sempre più difficile piena di impegni, stimoli e egigenze che fino a quarantanni fa sembrava impensabile. La società è andata avanti con tutte le sue conquiste ma anche con tutte le sue contradizioni, basti solo pensare alla solidarietà che negli anni cinquanta-sessanta abitava tra la gente, le famiglie si aiutavano a vicenda come se tutti vivessero sotto lo stesso tetto, come se la difficoltà fossero di tutti e viceversa la felicità, fosse un dono da condividere con gli altri. E per contrappeso l'indifferenza e la diffidenza che si riscontra oggi verso chiunque tenti di comunicare con il prossimo. Io con la mia generazione forse siamo stati gli ultimi che abbiamo vissuto quei momenti di aggregazione spontanea in nome del vivere comune; ricordo la grande festa della mietitura, le grandi aggregazioni per onorare i santi o qualche evento famigliare felice come un matrimonio, la nascita di un bimbo ma anche incontri di massa dolorosi come quelli di funerali che ,anche loro, servivano alla gente per dimostrare di essere una comunità, per dimostrare un sentimento di cui, secondo me, oggi si è perso l'enorme valore: "il rispetto per il prossimo". Si proprio quello, perchè non dimentichiamoci che su questa enorme arca, che si chiama terra, ci stiamo tutti insieme e non possiamo che cercare di starci nel miglior modo possibile in pace e in armonia con gli altri e con il mondo intero. Personalmente penso che la nostra società, nello specifico parlo della comunità del nostro territorio, sia ancora sana e in armonia con il contesto che la circonda, visto l'amore che tutti abbiamo per la nostra terra che non ci obbliga a stare con lei ma ci invita alla sua tavola come una mamma di altri tempi. Certo le difficoltà oggi sono molte, se pensiamo solamente a cosa vuol dire arrivare a fine mese, gia questo ci turba alquanto. Se poi prendiamo l'insofferenza dei nostri giovani sempre alla ricerca di chissà cosa perdendo di vista tutti i vantaggi positivi che il mondo moderno ci mette a disposizione, come ad esempio la "libertà", di espressione, di scelta, di indirizzo professionale, di movimento, di religione e quantaltro cose che farebbero impazzire i nostri padri solo al pensiero di averle a disposizione. La cultura del vivere, per riprendere il titolo, é l'unica virtù che ci rende unici fra tutte le creature di questo mondo e visto che fra tutti gli esseri siamo gli unici a disporre di intelligenza razionale, è bene che tale peculiarità la usiamo per il bene dell'umanità.
Quarantini Walter
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